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Azioni Partigiane

Una piazza innocua. Riflessioni sulla manifestazione del 15 gennaio

di Louise Michel

Dopo la manifestazione di sabato 15 gennaio è necessaria una riflessione sulla piazza romana che si trovava divisa tra (o composta da) il raduno maggioritario e generalista – inizialmente convocato all’Eur e all’ultimo momento spostato, d’accordo con la questura, in Piazza San Giovanni – ed il concentramento da tempo indetto dall’Assemblea Romana contro il Green Pass, sempre in Piazza San Giovanni, ma sotto la statua di San Francesco. 

Il primo chiamava ad un sit-in dal sapore sovranista, mentre il secondo, senza palco e caratterizzato dal microfono aperto, vedeva la presenza di varie realtà di lotta come l’Assemblea Militante, la Coordinamenta Femminista e i compagni dalla Val di Susa. Gli interventi che si sono susseguiti e le numerose pubblicazioni e volantini dimostrano che finalmente una parte della sinistra antagonista si è decisa a farsi sentire su pandemia, vaccini e passaporto sanitario con le argomentazioni che le sono proprie. La partecipazione è stata infinitesimale se confrontata all’altro lato della piazza, quella col palcoscenico che ha visto succedersi “Imagine” di John Lennon, l’Inno d’Italia, il Padre Nostro con Mons.Viganò e, in serata, anche una versione disco di “La gente come noi” con tanto di lucine dei telefoni cellulari che animavano il ballo.

Verso il tramonto un gruppo di compagni, riconoscibili dalle bandiere bianche della Rete No Green Pass Val Susa è entrata nella piazza maggioritaria, con lo striscione “Nessun permesso per circolare, Nessun ricatto per lavorare”. Vista la discreta accoglienza si è accennato un tentativo di corteo che fuoriuscisse dalla piazza, tentativo  al quale si sono unite diverse persone che si trovavano in quell’area ed arrivando a far arretrare di qualche decina di metri i blindati della polizia. L’intervento del servizio d’ordine di “Verità e libertà” insieme ai moniti dell’organizzazione, che dal palco invitava ad isolare i “provocatori”, hanno contribuito ad impedire il corteo, così che dopo circa un’ora le bandiere sono state riavvolte e la manifestazione è proseguita innocua.

Intanto sul palco si sono susseguiti interventi di vario tipo, generalmente poco seguiti, ma che rispondevano alla voglia di stare in piazza dei manifestanti. La superficialità dei contenuti dimostra che l’accozzaglia delle varie sigle/gruppi ha fatto pochi passi nella costruzione di un discorso di lotta solido rispetto alla manifestazione svoltasi nella stessa piazza lo scorso 25 settembre, l’ultima alla quale aveva partecipato chi scrive. Purtroppo una piazza carente di una critica politica ben strutturata e caratterizzata da una spontaneità acefala è inevitabilmente ricatturabile da un nemico infinitamente più scaltro dei manifestanti, che pur sono accorsi armati di entusiasmo e buona fede. Il fatto stesso che la polizia se ne sia andata prima della fine suggerisce che il potere non solo non si sia sentito sotto attacco, ma probabilmente nemmeno infastidito da qualcosa che ha finito per assomigliare, se non fosse stato per il freddo, ad una edizione del Festivalbar.