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Lettera aperta ai “compagni antifascisti” all’indomani delle elezioni del 25 settembre

di Silvia Detti

Cari compagni antifascisti, che vi stracciate le vesti per la Meloni al governo, vi voglio raccontare una cosa. Quando mi sono svegliata, stamattina, mi veniva da piangere a pensare che stavolta ce li abbiamo davvero i fascisti al governo. Un po’ per la frustrazione di aver votato un partito che non ha raggiunto neanche il 2%, un po’ per la paura di ritrovarmi un governo guerrafondaio in un momento così difficile. Ma poi ho pensato a Letta e mi sono chiesta dove fosse la differenza. Così riflettevo e mentre riflettevo sono tornata con la memoria agli ultimi due anni. Ai dpcm di Conte, agli annunci di Draghi, alla violenza dei media, che ridicolizzavano chiunque avesse dei dubbi sulla versione che ci addestravano a credere. Mi sono ricordata dell’estate del 2021 in cui tremavo ad ogni annuncio di green pass, mi sono ricordata dello scorso autunno, quello del 2021, in cui sono stata obbligata a pagarmi tre tamponi alla settimana al costo (calmierato, si fa per dire) di 15 euro l’uno, quando ormai si vedeva chiaramente che anche i vaccinati si ammalavano e contagiavano. Mi sono poi ricordata del terrore di essere sospesa dall’insegnamento, la pena, l’angoscia, le notti insonni e mi sono ricordata di quando il giorno di Natale, sola, a casa con il covid, ho visto il film “Arrivederci ragazzi” di Louis Malle e di come i parallelismi tra il film e la mia esperienza degli ultimi mesi saltavano agli occhi. E allora mi sono chiesta “davvero sono arrivati adesso i fasci al governo”? E tutto quello che l’anno scorso ho sofferto sulla mia pelle e carne, cos’era? Il divieto di entrare al bar, al cinema, dal tabacchino, alle poste, in banca e a scuola. Di fronte a tutte queste discriminazioni, da parte vostra non ho ricevuto neanche un pizzico di solidarietà o di simpatia, non avete mosso un dito per difendermi, non vi siete fatti venire nessun dubbio… forse non vi siete neanche accorti del mio calvario o forse eravate troppo impegnati a deridermi urlando “gomblotto” e “lo dice la scienzah” per capire davvero cos’è il fascismo, al di là delle vostre formule ritrite. Così mi sono resa conto che quando il fascismo viene per davvero i primi a renderlo possibile siete proprio voi.